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Le
pagine di questo libro sono state ispirate dalla meditazione
delle regole dello Zend-Avesta per il governo della parola,
il testo che racchiude la saggezza millenaria dell'antica
Persia. Non c'è affatto il proposito di insegnare a parlare,
ma, semmai, si vuol ricordare la preziosità del tacere, ispirare
l'amore al silenzio, mezzo necessario per riuscire a udire
la più alta parola che si può ascoltare dalla propria voce
interiore. Naturalmente, poiché il parlare e il tacere sono
legati, e il silenzio è connesso all'uso quotidiano della
parola, l'argomento è uno solo e l'argomentare s'intreccia.
Il silenzio e il corrispondente uso della parola sono ritenuti
di tale importanza nella vita dell'uomo che non c'è stata
nel passato Scuola o Religione che non abbiano dato norme
e prescritto regole. Nell'antichità il tacere era alla base
di ogni sodalizio o associazione iniziatica, perché solo nel
silenzio meditativo può maturare il pensiero. Per questo se
ne occupano filosofi, psicologi, religiosi, moralisti, saggi
e santi di ogni tempo e di ogni credo. Anche per questo sono
fioriti pure sull'argomento, aforismi, massime, sentenze,
proverbi, innumerevoli, presso ogni paese e in ogni epoca.
E' la saggezza millenaria raccolta e codificata che è servita
da norma a tanti uomini.
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